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Compensi degli amministratori in legge di bilancio: nessuna novità per le società pubbliche
A cura di Stefano Pozzoli

Il disegno di legge di bilancio licenziato dal Governo tocca marginalmente il tema dei compensi degli amministratori di società e rende evidente una volta di più la necessità di approvare il regolamento sui compensi delle società pubbliche o di abrogare la previsione di cui all’art. 11 del TUSP, commi 6 e 7.

Queste, in breve, le conclusioni che si ricavano dalla lettura degli artt. 111 e 112 della legge di bilancio, due articoli non particolarmente chiari, almeno così come licenziati dal Governo prima dell’iter parlamentare.

L’art. 111, al primo comma, mette un tetto ai compensi corrisposti agli organi amministrativi di vertice degli enti e degli organismi dell’Elenco ISTAT (ma prevede un DPCM, da emanarsi entro 180 giorni dalla data di entrata in vigore della legge, per escluderne alcuni, termine evidentemente incompatibile con l’entrata in vigore di alcuni aspetti della norma dal 1° gennaio 2025). Questi “non possono superare il limite dell’importo annuo corrispondente al 50 per cento del trattamento economico complessivo annuo lordo spettante al primo presidente della Corte di cassazione” ovvero i circa 120 mila euro.

 

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